A volte pare che il Vangelo sia un'occasione per far comunella, più che comunità, comunismo ideale senza comunione effettiva.
Ma ecco che se testimoniamo quello che ci dice Gesù, e non quello che noi gli facciam dire, rispecchiamo in noi e agli altri quella Verità sopra ogni cosa che crea il vero bene, fondato non sul piacere ma sull'amore.
Il piacere non accolto genera odio.
L'amore non accolto genera la croce.
Ma, in entrambi i casi, è vero anche viceversa.
Piacere di stare insieme, finchè tutto va bene; ma alla prova del fuoco, quando arriva la crucialità, come sarà?
Chi ci starà ancora a far comunella?
La croce genera amore, e proprio dalla croce siamo chiamati a dire e testimoniare quella Verità di Cristo che si fa in noi, e che fa superare il piacere nostro e altrui e va dritta al valore di ogni cosa.
Dire e fare questa Verità costa, e ci provoca contrarietà, ma è garanzia che è valore che sostiene la nostra e l'altrui vita.
Per amarci veramente, dobbiamo imparare e dirci la Verità di Cristo, e meno la nostra, intaccata e mascherata da piacere e egoismo.