Il pane vivo

La nostra cultura ha bisogno di una sostanza vitale per non decadere nell'involuzione, verso la quale ogni giorno invece sembra incamminarsi.
Occorre una cultura di vita.
E di vita non relativa, del momento, dell'assaggio e di passaggio.
Una cultura di vita eterna, che duri, che si prolunghi nell'orientamento dell'infinito.

Il vangelo è questa sostanza di vita eterna, per il pellegrinaggio orientato all'eternità.
Un mangiare, un cibarsi dei nostri atteggiamenti, che facciano crescere e sostanziare noi e gli altri sempre di più, senza fine.
Cibarsi della cultura del vangelo è crescere verso la vita eterna, cibandosi già fin d'ora, anche nelle piccole cose, di sostanza imperitura e immarcescibile, già fin d'ora infinita.

Una cultura infinita, degustata e mangiata nel finito.
Cibarsi della vita, e non della morte: ecco la sostanza evangelica.
Annullare la sostanza in noi diventa occasione per rivificarci, per riprendere il cammino con il senso della vita, partendo - per assurdo - proprio dal nulla.
Ciò che si annulla in noi, diventa il nulla principio della vita eterna.

Noi siamo pane di vita o di morte, che sfama o lascia morire il nostro e l'altrui mondo.